
Ultimo weekend sprint dell’anno con Norris che potrebbe diventare campione già domenica sera se uscirà dallla tre giorni del Qatar con due punti in più di Max Verstappen e Lando Norris. E’ al primo match ball mondiale dellla sua vita. Potrebbe essereuna bella sensazione se dopo la gara di Las Vegas (e prima della squalifica) non avesse già pensarto di aver chiuso il discorso. Ora deve ripartire da +24 e far finta che Verstappen non sia lì di fuanco in modalità squalo, prointo ad afferrare la preda.
Una settimana dopo Las Vegas, la Formula 1 corre ancora di notte, ma a oltre tredicimila chilometri in linea d’aria di distanza e soprattutto con condizioni ambientali che non potrebbero essere più diverse.
Un massimo di 25 giri per ogni set
- Se nel deserto del Nevada le basse temperature hanno caratterizzato le sessioni in pista, in Qatar i piloti dovranno affrontare un caldo umido paragonabile a quello di Singapore. Le caratteristiche della pista araba, particolarmente sfidanti per le gomme, hanno richiesto l’introduzione di una misura eccezionale che limita il numero di giri per ciascun set di pneumatici. La gara sarà dunque matematicamente a doppia sosta.
- Per questo e per le caratteristiche della pista e dell’asfalto, la Pirelli ha stabilito (insieme alla Fia) che ogni set di pneumatici consegnato ai team all’inizio della settimana di gara potrà percorrere al massimo 25 giri. I giri verranno conteggiati cumulativamente tra tutte le sessioni in pista, incluse eventuali tornate effettuate in regime di neutralizzazione.
- Non saranno invece sommati i giri di ricognizione, di formazione e quelli effettuati dopo la bandiera a scacchi della Sprint e del Gran Premio. Considerando che il GP del Qatar prevede un totale di 57 giri, ciò comporterà inevitabilmente almeno due cambi gomme per ciascun pilota. Pirelli comunicherà ai team prima del Gran Premio, il numero di giri rimanenti per ciascun set.
- La limitazione, concordata con FIA, F1 e le squadre, è stata decisa per evitare che i pneumatici raggiungano il massimo livello di usura come accaduto nel 2024 e che vengano comunque utilizzati, gestendone il degrado, oltre la vita utile della gomma, affaticando così eccessivamente la costruzione.
Mediamente impegnativo per i freni
- Secondo gli ingegneri del gruppo Brembo il Lusail International Circuit, lungo 5.419 metri, rientra nella categoria dei tracciati mediamente impegnativi per l’impianto frenante. Su una scala da 1 a 5 si è aggiudicato un indice di difficoltà pari a 3.
- Le frenate sono 7, per un totale di oltre 9 secondi complessivi al giro: una rientra nella categoria Hard, 5 nella Medium e una in quella Light. Nessuna richiede comunque l’ impiego dei freni per più di 1,8 secondi consecutivi.
- Così come per la MotoGP, anche per la Formula 1 il punto di frenata più severo del Lusail International Circuit è la curva 1: le monoposto vi arrivano a 310 km/h per poi scendere a 169 km/h in 1,59 secondi, percorrendo 99 metri.
- I piloti affrontano una decelerazione di 4,8 g, applicando un carico di 119 kg sul pedale del freno. La potenza frenante raggiunge i 2.102 kW.
- Le moto utilizzano i freni per oltre 33 secondi al giro, con decelerazioni che non superano gli 1,5 g e un carico massimo sulla leva di 5,7 kg. Anche per queste caratteristiche, oltre che per la diversa dinamica garantita dalle due ruote, i piloti MotoGP riescono a fare maggiormente la differenza in frenata rispetto ai colleghi della Formula 1.
Le mescole più dure
- A Doha sarà protagonista il tris di mescole più duro della gamma Pirelli. Su un circuito che sottopone i pneumatici a energie paragonabili a quelle di Suzuka non potevano che essere utilizzate C1, C2 e C3.
- La selezione è sempre rimasta identica da quando la gara è entrata nel calendario di F1. Quest’anno la stessa combinazione di mescole è stata usata solo per altri tre fine settimana di gara nella prima parte della stagione: Giappone, Bahrain e Spagna.
- Le curve, in prevalenza veloci, che compongono il tracciato di Lusail danno poco respiro alle gomme. Il tratto che più mette a dura prova i pneumatici è quello compreso tra la curva 12 e 14.
- La superficie dell’asfalto abbastanza liscia ha generato spesso il graining che contribuisce al raggiungimento dei livelli elevati di usura della gomma.
- Tutti i piloti al via del Gran Premio del Qatar lo scorso anno avevano scelto la gomma Medium, ad eccezione di Nico Hulkenberg, che ha optato per un set di Hard. La strategia a sosta unica è stata la più adottata dalle squadre: i piloti hanno cercato di allungare il primo stint con le mescole gialle, arrivando ben oltre metà gara.
- La serie di pit stop è iniziata al giro 34, durante una fase di neutralizzazione, con il passaggio alla Hard. In totale, la Safety Car è entrata in pista tre volte e, nelle ultime due occasioni, alcune scuderie hanno tentato uno sprint finale montando la Soft per un terzo stint. Tuttavia, la mescola più morbida ha mostrato un degrado prestazionale troppo accentuato e la scelta non ha dato i risultati sperati.
Il tracciato
L’angolo delle statistiche
- Il circuito di Lusail nasce come tracciato motociclistico, e questo è evidente nel suo layout unico: veloce e sinuoso, con un lungo rettilineo di oltre un chilometro. Le sue caratteristiche impongono a vetture, piloti e pneumatici delle sfide uniche.
- Composto da 16 curve, di cui 10 a destra, il circuito alle porte di Doha è immersa nel deserto tanto che la sabbia talvolta si deposita sull’asfalto, spinta dal vento, influenzando l’evoluzione della pista. Il fenomeno è mitigato da diverse zolle di erba artificiale che sono state piantate attorno all’autodromo.
- Un elemento distintivo del weekend qatariota è la temperatura. Nonostante la gara si disputi in notturna, l’elevata umidità, unita al calore residuo accumulato durante il giorno, rende la guida estremamente impegnativa, al punto che in passato alcuni piloti hanno accusato malori al termine del Gran Premio.
- Dal punto di vista degli pneumatici, le temperature dell’asfalto possono favorire la comparsa di graining, anche se, come emerso nelle precedenti gare, la gamma di mescole di questa stagione sembra più resistente a tale fenomeno.
L’ultimo mondiale deciso a una gara dalla fine fu quello di Button
- Il Gran Premio di Doha è alla sua quarta edizione (2021, 2023-2024). Finora è Max Verstappen a detenere il primato delle maggiori vittorie a Lusail con i primi posti nelle ultime due gare.
- Nel 2023, il pilota Red Bull (costruttore, dunque, con maggiori successi in Qatar) ha sigillato la vittoria del campionato proprio nella capitale qatariota. Verstappen ha anche firmato due dei tre giri più veloci ma una sola pole. Il vincitore della prima gara è stato Lewis Hamilton su Mercedes, partito nel 2021 dalla prima piazzola.
- Con i 33 punti disponibili in Qatar, grazie anche all’ultima Sprint, il titolo Mondiale Piloti potrebbe essere assegnato questo fine settimana.
- Per trovare un campionato deciso al penultimo round, bisogna tornare al 2009, quando Jenson Button si laureò campione con la Brawn GP, dotata di impianto frenante Brembo. All’epoca i dischi in carbonio contavano solo 300 fori di ventilazione, le pastiglie misuravano 106 x 25 mm e le pinze utilizzate variavano a seconda del circuito affrontato. Specifiche lontane anni luce dagli standard attuali.


